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MONUMENTO AI BIMBI NON NATI: ASPRE POLEMCIHE



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L’AQUILA - Dalla fine del 1988 all’Aquila c’è l’unico cimitero del mondo dedicato ai bambini non i nati. Cioè ai feti, che invece di essere eliminati dagli ospedali vengono raccolti in cassettine e tumulati da un’associazione anti-abortista, sotto una piccola croce di pietra bianca nell’area in cui vengono seppelliti i bimbi morti. Sopra queste piccole tombe, in una zona del cimitero chiamata il ”giardino dei bambini”, ieri mattina si è riunita una piccola folla.

Al centro della fila di una sessantina di croci bianche è stato scoperto un monumento. Una pietra bianca che raffigura una Madonna senza volto che abbraccia nel suo grembo tante testoline, anch’esse senza volto. Secondo il ”Movimento aquilano per la vita, Armata bianca” che l’ha voluto, deve servire da ”sacrario” al luogo in cui «vengono sepolte le piccole vittime di una cultura della morte sempre più dilagante» e «a risvegliare le coscienze». Insomma, un monumento pensato allo scopo di dare una ”picconata” alla legge sulla tutela della maternità.

E a reggere il piccone insieme con padre Andrea D’Ascanio, il frate leader dell’Armata Bianca, ieri mattina si sono ritrovati in tanti nel ”giardino dei bambini”. C’era l’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Mario Peressin: «Questo nostro gesto è anche una preghiera per tutti coloro che credono nella vita- ha detto tra t’altro Peressin-, un gesto profetico affinché in tutto il mondo si faccia la stessa cosa. Quella sull’aborto è una legge dello Stato? Ebbene, allora ci sono delle leggi sbagliate». C’era un rappresentante del Parlamento, l’onorevole democristiano Carlo Casini, che è presidente nazionale del Movimento per la vita: «Questo è un monumento scomodo- ha detto- che farà discutere, ma se gli esseri umani sono uguali, anche a questi bimbi mai nati occorre rendere onore». C’era il sindaco dell’Aquila, il dc Enzo Lombardi. E c’era anche il regista Franco Zeffirelli: «Qui ho avuto la stessa impressione di quando andai ad Auschwitz».

L’iniziativa ha provocato vivaci reazioni nelle forze laiche aquilane. «Uno squallido tentativo per ottenere l’apprezzamento della parte più retriva della società», secondo Elena Marinucci, dell’Aquila, sottosegretario alla Sanità; una «macabra scena allestita offendendo la dignità di tante donne che hanno profondamente sofferto» secondo le donne della sinistra. In particolare è stato contestato il primo cittadino («È il sindaco di tutti, non soltanto degli integralisti antiabortisti») ma accuse sono state lanciate contro la Usl («È legale seppellire i resti abortivi?»). «Accuse strumentali- risponde li direttore sanitario dell’ospedale San Salvatore, Franco Morgante-, una circolare del ministero della Sanità del marzo ‘88 invita ad organizzarsi per seppellire i feti che hanno più di 20 settimane».

Ma c’è mai stata concessione formale all’uso dei cimitero? Il sindaco glissa e l’assessore delegato, il socialista Corrieri, nega di aver mai firmato atti del genere, tanto per le sepolture quanto per la collocazione del monumento.