BIMBO UCCISO IN OSPEDALE: INDAGATO IL PRIMARIO
L’AQUILA - Qualcosa,, in quella notte tra il 21 e 22 agosto scorso, non funzionò a dovere nel reparto di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Santa Maria di Collemaggio dell’Aquila. E non solo durante quella maledetta notte in cui un ragazzino di 15, Antonio N., ricoverato «per gravi carenze mentali ed affettive», uccise un bimbetto di 5 anni, Domenico La Canale, anche lui ospite sfortunato della struttura, strangolandolo e fracassandogli la testolina contro il muro. Un caso drammatico (di cui Antonio N. è reo confesso) che ha suscitato polemiche, commozione e indignazione, avviando una serie di inchieste, di natura penale da parte della Procura presso il Tribunale per i minorenni e di quella presso la Pretura e di natura amministrativa, del Ministero della Sanità, della Regione e della Usl del capoluogo abruzzese.
Qualcosa non funzionò a dovere, o quanto meno ci sono gli estremi per un’inchiesta. Così ha deciso il Procuratore presso la Pretura circondariale dell’Aquila, il magistrato che aveva avviato indagini per vagliare eventuali responsabilità colpose nell’accaduto. Il Procuratore Paolo Summa ha firmato, l’altro giorno, quattro informazioni di garanzia (le vecchie comunicazioni giudiziarie) con le quali il primario del reparto, il professore Manlio D.L., il suo vice dottor Maurizio G. e i due infermieri di turno quella notte (Ernestina M. e Candido G.) sono stati ”avvisati” che si sta indagando sul loro conto e che possono esercitare la facoltà di nominarsi un legale di fiducia. Il reato contestato: omicidio colposo.
Il provvedimento del magistrato è scaturito dalle indagini degli agenti della Squadra mobile. Quella sera nessuno si accorse di nulla. Il bimbo fu ucciso attorno alle 23, ma i due infermieri di turno si sono accorti del corpicino di Domenico soltanto alle 6 del mattino, al cambio del turno. Per questo, pure nell’accertata assenza di un regolamento del reparto, è ipotizzabile che sia stata avviata un’inchiesta a carico dei due paramedici e del viceprimario, responsabile quella notte essendo il primario in ferie.
Quanto invece al professor D.L., è invece ipotizzabile che il magistrato voglia approfondire eventuali responsabilità nell’organizzazione in un reparto dove stranamente si sono ritrovati a convivere ragazzini di 15 anni e bambini di 5 con problemi psichici. D’altronde, proprio su questo punto lo stesso primario nei giorni scorsi ha violentemente attaccato, in una lettera-denuncia inviata anche al magistrato, la Usl dell’Aquila lamentando gravi carenze tra cui il «rifiuto della proposta dei medici di far ospitare Antonio N. in un casa-famiglia, a causa del non funzionamento del servizio di trasporto». A queste accuse, la Usl ieri ha risposto inviando una lettera all’Università dell’Aquila (da cui il professor D.L. dipende) in cui si chiede la sospensione del primario dall’incarico e consultando un legale nell’eventualità che la lettera-denuncia sia diffamatoria.
Qualcosa non funzionò a dovere, o quanto meno ci sono gli estremi per un’inchiesta. Così ha deciso il Procuratore presso la Pretura circondariale dell’Aquila, il magistrato che aveva avviato indagini per vagliare eventuali responsabilità colpose nell’accaduto. Il Procuratore Paolo Summa ha firmato, l’altro giorno, quattro informazioni di garanzia (le vecchie comunicazioni giudiziarie) con le quali il primario del reparto, il professore Manlio D.L., il suo vice dottor Maurizio G. e i due infermieri di turno quella notte (Ernestina M. e Candido G.) sono stati ”avvisati” che si sta indagando sul loro conto e che possono esercitare la facoltà di nominarsi un legale di fiducia. Il reato contestato: omicidio colposo.
Il provvedimento del magistrato è scaturito dalle indagini degli agenti della Squadra mobile. Quella sera nessuno si accorse di nulla. Il bimbo fu ucciso attorno alle 23, ma i due infermieri di turno si sono accorti del corpicino di Domenico soltanto alle 6 del mattino, al cambio del turno. Per questo, pure nell’accertata assenza di un regolamento del reparto, è ipotizzabile che sia stata avviata un’inchiesta a carico dei due paramedici e del viceprimario, responsabile quella notte essendo il primario in ferie.
Quanto invece al professor D.L., è invece ipotizzabile che il magistrato voglia approfondire eventuali responsabilità nell’organizzazione in un reparto dove stranamente si sono ritrovati a convivere ragazzini di 15 anni e bambini di 5 con problemi psichici. D’altronde, proprio su questo punto lo stesso primario nei giorni scorsi ha violentemente attaccato, in una lettera-denuncia inviata anche al magistrato, la Usl dell’Aquila lamentando gravi carenze tra cui il «rifiuto della proposta dei medici di far ospitare Antonio N. in un casa-famiglia, a causa del non funzionamento del servizio di trasporto». A queste accuse, la Usl ieri ha risposto inviando una lettera all’Università dell’Aquila (da cui il professor D.L. dipende) in cui si chiede la sospensione del primario dall’incarico e consultando un legale nell’eventualità che la lettera-denuncia sia diffamatoria.
NOTA: Per una sorta di "diritto all'oblio", sono omesse le complete generalità di alcuni protagonisti che, d'altra parte, non aggiungerebbero nulla al dramma e che, peraltro, sono pubblicate nella versione originale cartacea facilmente consultabile nelle pubbliche emeroteche.